Quando si va ad un concerto, non sempre le scelte ispirate da brevi ascolti o da assidue frequentazioni soddisfano le attese, appagando l’orecchio tanto quanto il freddo cd, acquistato dopo lunga riflessione o masterizzato per l’occasione.
Ci sono occasioni però in cui la realtà si conferma all'altezza e questo è stato uno di quei casi.
La sottoscritta di lavoro vende tisane e non è certo in grado di fare analisi tecniche sulle doti vocali e artistiche dei musicisti in quanto, purtroppo, a malapena suona il flautino di plastica che ti comprano alla scuola elementare. Ciònonostante posso affermare che di musica ne mastico parecchia: ascolti casalinghi, in macchina a tutto volume, al lavoro e, pausa riflessiva carica di fierezza, tanti dai piedi di un palco. Ecco dunque una piccola e timida recensione:
"Locomotiv pieno ma non stracolmo di ascoltatori attenti ma apparentemente non molto coinvolti. Ci pensa in un attimo lui, l’uomo dal nome d’arte eccentrico, a coinvolgere tutti con il suo modo di fare sicuro e bizzarro, ironico e poetico. Accompagnato dalla sua piccola orchestra, Dente (al secolo Giuseppe Peveri) introduce il pubblico al suo mondo con “A me piace lei” e “Incubo” dall’ultimo lavoro “L’amore non è bello” e prosegue ricordandoci il recente passato con “L'amore è” e con una “28 agosto” che suona calda come l’estate e fredda come l’aria che si respira tra chi non riesce più a comunicare. Ci fa sorridere raccontando di come un suo pezzo sia nato proprio nel locale che ci ospita durante una notte moooolto lunga e, mentre il nostro pensiero corre veloce all’idea di una serata di bagordi, quando sentiamo l’attacco di ”Buon appetito” capiamo subito che si parla di tutt’altro...perché Dente è cosi! Riesce a parlare della pesantezza di uno sguardo, dello struggimento amoroso, di laceranti ossessioni con la stessa leggerezza con la quale racconta di una sbornia. E avanti cosi alternando brani recenti a vecchie glorie….ci delizia poi, quasi fosse un vero cambio d’abito, indossando un’aureola molto self-made e intonando “Le cose che”, per poi ricordarci con ”Mazzolino” (accompagnata da un lampeggiante in omaggio alle Forze dell'Ordine) di scegliere sempre un compare che non beva in certe nottate. Unica cover del lotto “Verde” dei Diaframma.
A degna conclusione di uno spettacolo molto coinvolgente il brano ”Beato me” tratto dalla recente compilation ”Il paese è reale” (Europerecords, 2009) ideata dagli Afterhours. Carica emotiva, riflessioni, simpatiche e dolci frasette da riciclare impunemente con il nostro lui, la nostra lei o con un caro amico: questo è il bilancio della serata. Un cantautorato a prima vista semplice ma che denota una sottile ricerca di significati e una sensibilità affatto banale. Profondità immersa in apparente inconsistenza... "
WebHerbalist
A degna conclusione di uno spettacolo molto coinvolgente il brano ”Beato me” tratto dalla recente compilation ”Il paese è reale” (Europerecords, 2009) ideata dagli Afterhours. Carica emotiva, riflessioni, simpatiche e dolci frasette da riciclare impunemente con il nostro lui, la nostra lei o con un caro amico: questo è il bilancio della serata. Un cantautorato a prima vista semplice ma che denota una sottile ricerca di significati e una sensibilità affatto banale. Profondità immersa in apparente inconsistenza... "
WebHerbalist
Nessun commento:
Posta un commento